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dalla padella nella brace 47

davo mica tutto quel liquore. Quel tristo lì credo che abbia un solo dispiacere, di non aver la gola lunga come quella di una cicogna. Ma zitto, non si faccia capire. Del resto la gente di polizia che ho conosciuta, dal più al meno, tutta così: bevono come pive. E proprio quella volta che bisogna star desti, giù vino a garganella!

Entrò in quel punto la guida con un’aria più melensa e con un fare più dinoccolato del solito.

— Ebbene? — gli chiesi.

— Le bestie hanno mangiato.

— Ho tanto piacere, e hanno anche dormito bene?... Imbecille — conchiusi fra me.

— E a che ora partiamo?

— Per me sono sempre pronto.

Già per lui è tutt’uno — dissi fra me; a lui i banditi non possono fare alcun male, soldi non ne ha....

— E passiamo per la Cella?

— Se non vogliamo passare per quelle macchie, possiamo pigliare una strada più scoperta e fare un sentiero più battuto. Andiamo alle Balze, di lì caliamo sul Senatello, e poi si va sempre pel greto del fiume, sino a Castel d’Elci: quando siamo a Castel d’Elci, siamo quasi a casa: adesso c’è una strada nuova....

Ma anche il vecchio idiota sembrava turbato: forse pensava al sequestro possibile dei suoi due asini: parve pensoso poi disse:

— Se a Sant’Agata avessimo avuto sentore di quest’impiccio, si poteva aspettare prima di metterci in viaggio: non è vero?

— E se conducessimo con noi il figlio dell’oste con lo schioppo? — chiesi io.

La mia idea non piacque alla guida.

— È più il pericolo che il beneficio: veda: i banditi fanno così: davanti sul sentiero viene fuori uno solo e dà l’ordine: ma dietro le macchie stanno gli altri che