Pagina:Panzini - Lepida et tristia.djvu/122

44 dalla padella nella brace


Durarono più di un’ora a spogliarsi: si sentiva che buttavano scarpe, abiti, giberna, daga alla rinfusa, sulle seggiole, per terra, senza alcun riguardo, e vociavano come fossero stati in piazza.

Finalmente li sentii sprofondare anch’essi entro il pagliericcio: il lume che trapelava dalle fessure della porta, si spense; e poco dopo due canne d’organo, abilmente alternate, porgevano la migliore garanzia che i due militi dormivano.

La luna si nascondeva oramai dietro il Fumaiuolo: l’orologio segnava un’ora dopo la mezzanotte.

La notte fu, anche per me, spesa in consulte angosciose. La frase non è mia, ma è tolta da quell’insuperabile libro dei Promessi Sposi: e fra i molti progetti ventilati ci fu quello di accompagnarci ai carabinieri, i quali al mattino si dovevano recare a S. Piero. S. Piero in Bagno è sulla via provinciale che unisce Toscana e Romagna e vi passa la diligenza ogni giorno. Ma a parte l’idea poco lieta di fare cinque ore di montagna con que’ due compagni non degni, si veniva a descrivere un raggio grandissimo che avrebbe richiesto danaro e tre giorni di tempo, là dove, ricalcando il battuto sentiero pel Fumaiuolo e per la Cella, a due ore di sole a far molto si poteva essere di ritorno a S. Agata. Ma confesso che l’idea di avventurarmi per quei boschi, per quelle forre dove non s’incontra anima viva, dove il primo uomo che spunta può essere il bandito che vi intima di scendere, non era punto piacevole.

Ad onor del vero debbo confessare che se fossi stato solo non mi sarei dato tanto pensiero, ma con una donna!... Già viaggiare con una donna è piacevole da un lato, ma dall’altro crea un’infinità di impicci di vario genere, come la mia situazione d’allora può dimostrare.

Si poteva battere un’altra via e farci per un buon pezzo accompagnare dal figlio dell’oste con la sua brava