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40 dalla padella nella brace


— Senti: prima mi devi fare il buono — e gli porse un foglietto, penna e calamaio.

Lo sciagurato tracciava i segni sulla carta con mano vacillante che faceva pietà.

— Se tu tieni la carabina come tieni la penna — lo schernì il giovane — i banditi ti possono ballare la monferina davanti!

Ma quegli non udì o era troppo intento nello scrivere.

— Questo, veda, signorina — disse il garbato giovane alla mia compagna che ne lo domandava — è il buono che ci rilasciano i carabinieri quando si fermano qui a mangiare o a dormire per il servizio: loro bevono e mangiano quello che vogliono....

— A proposito, ragazzi — disse l’oste — volete voi cenare?

Lo scrivente fece cenno di no con la testa e l’altro milite disse che avevano mangiato due ore prima alle Balze.

.... quello che vogliono e non pagano niente: hanno tutte le fortune....

— Oh, sì! — grugnì stavolta il milite levando la testa dalla scrittura.

.... tutte le fortune: noi poi si va ogni tanto alla cassa del comune di Verghereto per farci pagare il nostro importo: si paga da vero un bel servizio: voi lo vedete.

Io mi sforzai di provocare il carabiniere ad un discorso possibile e sensato, e gli chiesi de’ malandrini, se li avessero veduti, se almeno sapessero dove bazzicavano; e tali domande le rivolgevo per sapermi regolare sul da farsi il domani: che non era partito da pigliarsi a cuor leggero. Ma non riuscii a cavargli di bocca che poche e confuse parole.

Anche qui intervenne il giovane con sicurezza offensiva di parole che mi sorprese. Anche suo babbo gli diè sulla voce: