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22 | chi sarà lo sposo? |
altrimenti non si sarebbe potuto spiegare in qual maniera il giovanetto riuscisse a sprofondare lo stocco nel petto dell’avversario e con tanta violenza che l’oro e il velluto di colui non fecero impedimento. E mentre quegli cadeva fra la meraviglia degli altri signori che avevano fatto largo ai contendenti, apparve una mirabile visione per cui tutti tacquero senza alcun comando, e il silenzio per quella gran turba si propagò come si propaga la voce e la luce.
Sola, della scalea, scendeva la Reginella.
Ella era di così grande bellezza da avanzarne di gran lunga la fama.
Persona non avrebbe detto che il tempo o la morte potessero toccare così splendente opera di giovinezza, giacchè tutte le dolci cose che rallegrano la vita parlavano il loro linguaggio sul volto di lei.
Ella passava vicina ai signori rapidamente e pronte erano, anzi alate le parole di lei così che pure passando vicina ai cavalieri, pareva lontana.
Anche la risposta si sentiva distinta per il gran silenzio, il quale era così intento che si udiva il tremito delle rose blandite dal vento.
Talvolta la domanda era altera: — Quale dono tu rechi?
La risposta era: — Oro e castelli, popoli e armi, diadema e amore.
E la Reginella passava oltre.
Quando fu davanti a Fortunio fu ella stessa a parlare e parlò così:
— Tu rechi per dono nuziale la spada rossa di sangue e lo splendore della passione. Va! Ambedue le cose mi piacciono e se tu vuoi, sii tu l’eletto per mio sposo e signore.