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giù, tutto è fatale. Tu segui la tua parabola di false opinioni, di idealità sconfinate, perchè l’hai nel sangue la maledetta eredità della gentilezza del bene, come io seguito a percuotere questo lido, come il sole s’annoia nel suo giro, e me lo dice ne’ misteriosi colloqui sopra il deserto dell’oceano, come la tua cagna vien dietro ai tuoi polpacci, come il tuo soprabito è verde, e come gli uomini sono quello che sono.

Io andava così pensando lungo la riva del mare e il sole dardeggiava sul mio capo, e le mie idee turbinavano a tondo come in una ridda.

Mi sedetti su di uno scoglio e mi colpiva il mare, col suo bagliore di cobalto ardente.

Ma le onde battevano su la scogliera. Venivano dall’alto, verdi, erte, trasparenti come vetro di smeraldo; più e più affrettavano la corsa, spumeggiavano nella cresta, si accartocciavano e rompevano fragorose e rapide con infinito pulviscolo ai miei piedi.

«Lo vedi tu, sorella azzurra? lo vedi tu sorella bianca? — dicevano l’una all’altra movendomi in contro. — Quegli è un matto! Egli era nato in buono stato; poteva far la traversata della vita senza accorgersene, come un pulcino