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pochino, piano piano, e la cagnolina entrò sbadigliando con confidenza come volesse dire: io ho dormito benissimo, caro amico, e tu come stai!» Si fissò con le pupille contro il letto, con gli occhi intenti quasi attendesse un mio cenno per montarvi su, la qual cosa io nella mia volontà non avrei mai permesso; eppure quella sua fissazione intenta ebbe per effetto che acconsentissi. Fu su d’un balzo e mi si buttò sopra con una tale frenesia che non io sapea come impedire e come liberarmene.
— Ma via! ma buona! ma giù!
E la bestiola a lambirmi, saltar da un lato, dall’altro pazzamente, gemendo, e con gli occhi nuotanti nelle lagrime che parea piangesse dalla commozione.
— Adesso come si fa a sbarazzarsene? — rimuginavo con gran rincrescimento.
Intanto per liberarmi da quelle eccessive gentilezze, pensai che il mezzo migliore era di levarmi e vestirmi. Ma allora cominciò un nuovo genere di tormento: mi si arrampicava su per le gambe, sgualcendo e insudiciandomi gli abiti; e quando io l’allontanava a forza, lei allora a balzar da una sedia all’altra, addentare le scarpe