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— Del re! — rispose più d’uno a gara.

— E il re che cosa rappresenta?

La domanda era difficile. Anche l’alunno Weiss si mordeva, le labbra inutilmente.

— Il re — dissi io allora — rappresenta la nostra patria, l’Italia; e, sotto, osservate quel crocifisso che vuol dire la religione: dunque tre grandi cose voi dovete avere in mente; la famiglia, la patria e la religione... — e su questo tema conversando, finii per distrarmi dall’oppressione che mi durava nel cuore; e quando la scuola fu terminata e i ragazzetti si allineavano in doppia fila, sentivo che dicevano:

— Questo sì che è un buon professore! hai sentito tu quante belle storie ci ha raccontato?

Mi vennero poi presentati i colleghi. Ne ebbi l’impressione di brava gente; solo il tratto mi parve un po’ rozzo; ma forse erano anche impacciati non sapendo che cosa dirmi, giacchè dal modo con cui mi guardavano di sottecchi, sembravano pensare: «Ma questo qui da dove è capitato? non ha mica l’aria d’essere dei nostri!»