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mezzanotte, Beppo indicava a mio babbo, presso il cancello d’uscita, una lurida pozza vinosa sul terreno. Diceva:
— E l’ho inteso io quello grosso, che parlava più forte, dire a quel piccolo con la faccia di fiele, che vomitava, l’ho inteso io dire: «Ah, tu non vuoi portar via niente dalla casa degli aristocratici!» e l’altro seguitava a vomitare e singhiozzare dal ridere, e tutti ridevano!
— Va là, va là, Beppo, che non è vero — rispondeva mio babbo col suo solito sorriso che non smentiva mai — hai capito male.
— Ho capito male? ah, fè di Dio! E quando l’altra volta passando davanti alla cappella, dove era entrata la signora contessa, uno ha fatto le corna alla Madonna?
— Ma no! quello, vedi, era un gesto di manifestazione politica.
Ma per quanto vi celiasse, mio padre non riusciva a placarlo nè a persuaderlo.
Ah, povero il mio grigio! — diceva poi, e gli metteva la palma della mano su la sua testa rozza e gliela scoteva; ma nè pur questo bastava a farlo sorridere.