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ad abbaiare come mi volesse dire qualche cosa. Che cosa? Forse voleva dire: «hai visto? è passata la felicità. Quando la felicità passa, non bisogna fermarsi a meditare. Allora guai! Si fa subito un salto, la si raggiunge ad ogni costo. Se ti fermi sempre a pensare, non arriverai mai! Vedi ora come è lontana? io sono corsa subito: dovevi anche tu fare così!»

Io non so come fosse, ma quelle pupille e quell’urlo che volgeva verso di me, verosimilmente volevano esprimere un pensiero. Non era più dubbio: quella piccola cosa nera, quella bestiola leggeva dentro di me.

Mi mossi lentamente, e quando mi abbattei in un sentiero che conduceva verso le colline, mi misi per esso. Mi pareva che la diversione della strada sarebbe stata pure una diversione delle idee.

Ma tutto era inutile! Io non potevo distogliere la mente dal pensare che quella felicità la avrei potuto cogliere anch’io fin dal tempo che vivevo e F***. Ero incapace di curare i miei affari? ero inetto alle battaglie della vita? E per questo? Ma il mio nome, la mia gioventù, la buona riputazione, il grado nella su-