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Quando la lancetta dell’orologio segnò il sessantesimo minuto, Bobby scappò.
— La bestia mi pare domata — mormorò il giovane asciugandosi il sudore.
— Ma almeno una spiegazione — supplicava Bobby alle lezioni seguenti. — Io lo dirò alla mamma, sa?
— Lo dica a chi vuole. In questo momento io sono il re, l’imperatore. Finchè lei non saprà tutti i casi di tutte le declinazioni, io non darò una spiegazione. Soprattutto nessuna discussione: quello che dico io è assoluto, indiscutibile. Io ho sempre ragione. Io sono superiore a lei di cento gran cùbiti.
Aquilino sudava, ma respirava.
Ma il respiro della più grande soddisfazione lo trasse un giorno che Bobby con grazia irresistibile, disse:
— Professore, adesso poi le devo dire una cosa....
— Non ascolto cose.
— Si tratta di un fatto personale.
— Non esistono fatti personali.
— Esistono, perchè io lo facevo apposta.
— Che cosa «apposta»?