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i Romani che, per quanto ne sapeva, avevano creato essi le leggi. Ed essere stato trattato così da poverino, da poverino, lui, che nei libri si trovava in rapporti di intimità con tanti uomini grandi! Gli venne una bile che stava per scaraventare a terra i suoi libri latini.
Finalmente andò a sfogarsi con mamà. Nella camera dove mamà lavorava, c’era entro una cornice vecchia di legno, dal contorno barocco, quell’imagine di una Madonna, con un profilo bianco, sur un fondo scuro, inclìne e dolce sul pargoletto lattante. Mamà ci teneva acceso davanti il lumino col miglior olio d’oliva, e alcuni fiori ed erbe odorose.
Aquilino andava su e giù per la stanza e raccontava le nequizie degli uomini neri.
— E lasciali fare — disse lei senza commuoversi troppo.
— Ma è un’iniquità!
— E se è un’iniquità? Saran loro che dovran render conto; non tu.
«Già a quella lì! — borbottava Aquilino — Alla Madonna col pupo renderan conto! Eh, povera mamma! Sai quanto faresti meglio a condir di più la minestra con quell’olio.» — E appunto perchè gli voglio far