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— Già, e allora perchè? — ripeteva Aquilino.
Ma il motivo lirico di cui più ella si compiaceva era questo:
— Tu non credevi, di’ ! che io fossi una.... una good girl, una buona fanciulla....
Era un solo verso, ma era inebriante.
Aquilino, invece, spiegava, davanti ai belli occhi estatici di lei, più vario canto.
— Mia cara Edith, vedi come in quest’ora di primavera tutte le cose della terra e del cielo si compongono in pace. Senti la città che va spegnendo i suoi rumori; nessuna voce giunge più fra queste piante, ed i tuoi occhi, o Editta, brillano dell’incomparabile fulgore delle stelle. Non senti tu che noi siamo le più ricche, le più sovrane creature sotto quelle stelle che fra breve ora si accenderanno lassù? Senza indagare quali impurità sono nella mia vita; senza indagare tu chi sei, io chi sono; senza indagare che cosa sarà domani; senza domandare quali necessità spingeranno me e te; per quali vie dovremo camminare. Noi ci siamo finalmente incontrati. Avevamo i sensi e per molti anni