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non ho potuto dormire. Son sola sola! Loro m’han detto che adesso i tempi sono difficili per le ipoteche, e che se voglio vivere più sicura, dovrei far vitalizio. Faccio bene? faccio male a far vitalizio? Aquilino! M’han detto che a quelli che fan vitalizio, dànno poi l’acquetta per farli morir prima. Oh, Aquilino, aiutami tu!»

E a quella parola morire, alla povera zietta si era deformata la bocca in giù per la paura.

E Aquilino allora si era fatto forza: aveva imposto, sopra la sua giovinezza, l’armatura del dovere, ed era andato lui nello studio di quelli uomini neri, e come uomo aveva osato parlare. «Poverino! — gli avevan detto — ma che ne capite voi di ipoteche?» E lui dicendo che voleva i soldi, gli avevano detto che lui voleva i soldi della zietta per farne bisbòccia, e che essi pagavano chi dovevano pagare, e che le sue erano tutte esaltazioni di una testa calda.

Era uscito da quello studio con le fiamme sul volto e aveva sùbito pensato di rivolgersi alla legge. Ma dove, ma come si prende la legge? La legge era tutta in mano degli uomini neri, in quella sua città! E dopo, gli venne una rabbia contro la legge, e contro