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I filosofi germanici, cavalcando, precedevano le falangi teutoniche: pupille calme abbacinate di fanatismo: i filosofi sterminatori di ogni tradizione, i filosofi negatori di ogni pietà nel mondo dei fatti come nel mondo delle idee, i filosofi assertori della pura idea trascendente, i filosofi della materia, i filosofi della ricchezza e della conquista: discordi e concordi nella gran cavalcata. La croce di Cristo, il talismano sublime, infranto; in alto il martello del dio Thor: davanti alle falangi, con capriole e pifferi, Nietzsche! Visione apocalittica, lasciatagli in eredità dal marchese Ippolito. Ne aveva paura, perchè non gli parevano uomini; ma vuoti di viscere umane come i demoni.
Una gran pietà e un grande amore per quella giovanetta che lo aveva chiamato «suo cavaliere».
Disse soltanto: — Creatura mia, è mezzanotte. A quest’ora i dimostranti seri sono andati tutti a casa. Non rimangono per le vie che malviventi e teppisti. Permetta che la accompagni a casa.
Parve acconsentire.
Aquilino guardava con emozione quel bel volto, quella bella persona abbandonata a lui.
Ci fosse stata una vettura! Ma non c’era;