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Ah, i fìve o’ clock della marchesa erano diventati molto melanconici!
Il commendatore X***, come uomo politico, era, invece, molto sicuro di sè, ed era quegli che più confortava donna Barberina.
— Si persuada, donna Bàrbera — diceva il commendatore — che è tutto un retroscena, una montatura massonica. Passerà, passerà....
— E cosa salta in mente adesso al D’Annunzio di venire in Italia? Stava così bene in Francia....
Qui il commendatore non sapeva che rispondere, se non che i poeti sono disordinati loro, e mettono il disordine da per tutto.
(Quel poeta era, infatti, venuto di Francia in Italia a desta’ re il gran fantasma di Roma.)
— Ma lasciatela stare Roma , che appartiene alla storia antica — diceva donna Barberina.
— La guerra dichiarata per un menestrello! Enorme, inaudito! — esclamava il commendatore, agitando le palme in alto, qua e là dalle orecchie.
— Però anche loro, i Tedeschi — diceva donna Bàrbera — lo potevano lasciare in pace questo povero mondo, che già, dite quello che volete, lo avevano in mano tutto, loro.
— Eh, un popolo giovane, marchesa.