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— Io mi meraviglio soltanto di questo — gridava con la sua voce di tuono il poeta Emme — , come lei insegni belle lettere in una Università italiana.
— Lettere lettere, soltanto lettere! — strideva il senatore.
— Allora, brutte lettere! Del resto tenga a mente, senatore: nessuna forza umana distruggerà la nostra saggezza e libertà latina, che è fondata sull’eterno.
— Impertinente, impertinente, impertinente! — andava ripetendo il senatore; e non fu facile a donna Bàrbera mettere un po’ di pace.
Miss Edith non stava bene, o non era bene, come diceva donna Barberina. Una cosa da nulla, del resto,- che presto sarebbe passata.
Aquilino la aveva vista nel suo lettuccio candido, d’ottone. Molti fiori le aveva messo donna Barberina, lì presso. E Bobby era con lei, che le teneva compagnia. Sorrise un po’ ad Aquilino. Una cosa da niente: merci!
Ma quella testolina bionda e stanca gli stava davanti; poi il discorso del senatore: poi le ironie del poeta Emme. Già bastava che tutti gli uomini si fossero adattati a dire: Ja, ja, ja! e nessuno avrebbe pianto mai