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formaggi, e polli! Vedi un po’, mammina, se c’è più uno di quelli che tu allora sfamavi, che adesso ti venga almeno a trovare!
E voleva far capire a mamà che quando in casa c’era l’abbondanza, e lei fosse stata meno caritatevole, non si sarebbe, adesso, lesinato così.
— A te ti manca niente? — gli rispondeva la mamma. — No, e allora? Di quello che faccio, so io a chi devo render conto. Caro mio, se dovessimo tutti ragionare come ragioni tu, vedresti che bel mondo!
Su questo punto era inutile discutere con mamà.
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Aquilino si rifaceva un po’ la domenica quando era invitato a pranzo da una sua zia paterna, di nome Maria Anna, la quale era rimasta zitella e sola. Ella era una donnina un pochino povera di mente e più povera di membra. Parsimoniosa sino allo scrùpolo, era riuscita a vivere con una sua piccola dote: e voleva assai bene, a suo modo, ad Aquilino. «Domenica, Aquilino — diceva — verrai a pranzo da me»; e faceva la spesa grossa in quel dì, come a dire una libbra di