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Il compagno di scuola aveva arrossito nel riconoscerlo.
E lui, l’amico, che cosa aveva detto?
Aimè! non aveva detto: signorine e signori, io vi presento questo bravo, buono e istruito giovine. Ma con certe sue mosse, aveva bisbigliato: — Guarda, guarda laggiù che ti chiamano.
E il conte Biancolini gli aveva detto:
— Sì, carino, poverino, buona sera.
Quasi gli faceva la limòsina!
Ed egli aveva rifatto quegli scalini, scendendo con la testa in giù, quasi barcollante.
Era stato respinto. Senza che si fossero mossi, tutti lo avevano respinto. Lo avevano appena guardato, e con lo sguardo lo avevan respinto.
Si ritrovava ancora giù tra il popolo basso. Ebbe la fallace sensazione che tutti gli occhi del popolo basso se ne fossero accorti. Oh, vergogna!
Sentiva un fischiare atroce agli orecchi: quell’orrenda parola: Poverino! Guardò i suoi calzoni e li vide. Ah, i miserabili calzoni!