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zioni e le competizioni; e non tenere nel dovuto conto l’estrema competizione: la guerra.

La guerra, amico mio! Io ho incolpatogli altri popoli di imprevidenza: ma in realtà dovrei incolpare me stesso. Nella mia mente di uomo che attraverso i secoli è giunto al secolo nostro, non entra più l’idea di un popolo ubriaco per la conquista di un pezzo di terra. Un pezzo di qua, un pezzo di là! È poi tutta terra! come noi, tutti uomini! un giorno, tutti sotto la terra! Sono bazzècole che possono interessare chi studia la storia, come il buon senatore. Ma per me la storia ha interesse perchè non ha più nessun interesse. Siamo oggi, di fronte soltanto alla guerra?

Noi siamo di fronte al fanatismo dei favolosi Germani antichi, combattenti per la voluttà di combattere. Io rivedo oggi gli antichi guerrieri germani; risorti con tutta la scienza, con tutta la ragione; ma, orrore! con le pupille cieche. E allora? Quid sum miser tum dicturus, quem patronum rogaturus? Dio?

Ascoltatemi ora, giovane e caro amico: ai dì passati, tanto per divertire il pensiero, leggevo un libro di medicina, quando mi imbattei in questo.... passo a proposito dell’opoterapia. Ve lo cito a memoria: «la cura del vitto carneo è assai antica: infatti nei tempi