Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
Barcollava. Per dio, ma dovrà ben riconoscere in me un’eroica forza! Ben ricordava: la voce di lui, il suo gesto non avevano tradito un’emozione, nulla: impassibile.
Ma più si allontanava, più precipitava il passo per il bisogno che egli avea di rifugiarsi nella sua camera, Io non sono, per dio, il paggio al servizio della marchesa! gridò.
— No, tu sei un pedagogo idiota! sentì ghignare quella voce di dentro.
— Si diverte di me, l’infame! — gridò ancora Aquilino.
— No, non si diverte! gli rispose quella voce.
Gli parve di trovar pace nella sua camera. Ma chi c’era nella sua camera?
L/ imagine grottesca di Giuseppe, figlio di Giacobbe, interprete di sogni, ridìcolo attraverso i secoli, era lì, nella camera; era da per tutto.
Oh, Giuseppe fu un virtuoso giovane — gli diceva quella voce diabòlica —; ma tu troverai sempre, fra il tuo piacere e la tua imbecillità, qualche impedimento a cui darai il nome di virtù.