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cose le fossero state concesse: mangiare bene a tavola e un pìsolo dopo mezzodì. Poi si sarebbe abbandonata alla mercè di Bobby. Ma Bobby con quella prontezza di giudizio che lo contraddistingueva, faceva appunto trottare mademoiselle Joséphine dopo il mezzodì; e a tavola sapeva, con diabolica abilità, mutarle in veleno le più saporite vivande. Ciò poi che avvenisse durante le lezioni di inglese e di francese, nelle ore afose fra le due e le tre, era un mistero di cui qualche traccia appariva nell’esclamazione: — Ah, Bobby niente gentleman con io!

Aquilino se ne accorse, e rimproverò Bobby: — Sono scherzi indecenti, Bobby.

— Lo so, ma voglio fare il Kaiser anch’io.

Mademoiselle Joséphine ricorse allora, ingenuamente, a donna Bàrbera; e mise in rilievo, ohimè, certi esercizi ginnastici di Bobby, nei quali la rispettabilità delle sue ridondanze non era troppo osservata. Ma invece di eccitare la dolorosa sorpresa di donna Bàrbera, non aveva eccitato che un freddo sorriso. — Ma non mi racconti storie. Se fosse una ragazzina, capirei anche! Ma alla sua età! Pensi, pensi piuttosto ai casti pensieri della tomba.

Mademoiselle Joséphine era uscita dal sa l.«Madonna di Marna. li