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sì, ma irragionevoli. Ma c’è di peggio: pecore col bisogno fisiologico del male, come del bene. La Ragione! il culto della dea Ragione! Gli uomini chiesero agli Dei di essere governati dalla dea Ragione, come le rane domandarono un re a Giove. E la dea Ragione venne. Era un’allegra ragazza che il popolo di Parigi incoronò e mise sul trono a modo di simbolo. Ma poi non si accontentarono, come le rane non si accontentarono del re Travicello che Giove mandò loro. «Vogliamo un re vero, una dea Ragione vera»; e Giove mandò giù la dea Ragione tedesca. Ora è un fuggi fuggi, un protestare, come le rane incontro alla biscia. Ma è la dea Ragione, anime ingenue! Per tanto tempo Giove ve la tenne sospesa sul capo e voi non ve ne siete accorti. Dicevate: «Come è bellina, come è carina! Dorme?» Sì, con un occhio solo. Non è simpatico tutto ciò?
Ma Aquilino faceva un grande assegnamento su la Russia: come una mezza Europa e mezza Asia, che si ribaltava a modo di trappola mostruosa su la Germania.
— Sarà — rispondeva il marchese — ma io non vi consiglio — almeno per mezzo secolo — di farci troppo assegnamento. Che volete? Le classi alte della Russia sono pa-