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— ^77 — in chiesa; e vide un prete parato che, meravigliando, lo guardava.
Ora Aquilino andava avanti per una via di campagna , che discendeva il vespero già, verso il Camposanto. Sentiva l’odore del biancospino novello, e una croce dorata precorreva. Il sole — cadendo — raggiava, e i cipressi del Camposanto sorgevano accesi nell’oro del cielo. L’oro della croce, l’oro del cielo: un sogno! come un angelo con le ali spiegate. E gli parea di vedere una scritta nel cielo che diceva: «Tanto più splende l’angelo del Signore quanto più la bara è deserta». Pensava a quelle fallaci parole della vecchia ortolana. E questa fallacia gli parve, per un istante, più grande delle più grandi verità, perchè tutte le cose che aveva messo nella bara non dovevano essere dissolte; e la parola che vince la morte, è la più grande parola! Poi, nell’enorme stanchezza, il pensiero gli si assopì in un torpore mortale: fallacia e verità si confondevano insieme.
La Madonna di Mania.