Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
— i53 —
parliamo, perchè io sono cavaliere. Trovo più interessante questo passerotto. La conseguenza di tutto questo è che madama ed io siamo come due ospiti sotto il medesimo tetto, e viviamo con quella correttezza che è un dovere dell’ospitalità. Qualche volta però avvengono piccoli corti circuiti, come l’altra sera. Dove posso, mi sforzo di accontentare la marchesa: ma non sempre mi è possibile. La marchesa avrebbe desiderato che io percorressi la via degli onori nelle cariche pubbliche e che, quanto meno, avessi posto la mia candidatura al laticlavio. Ma in primo luogo, io, marchese Ippolito di Torrechiara, non sento affatto il bisogno di un democratico titolo di «onorevole» davanti al mio nome: in secondo luogo non posso abdicare alle mie idee. Di preciso non saprei proprio dirvi quali siano le mie idee in materia di politica; ma piuttosto repubblicane. Onoro, rispetto, mi inchino alla casa Sabauda. Ha avuto molte bonnes chances. Forse troppe bonnes chances! Ma ha dovuto firmare troppi compromessi, accordarsi con troppa gente, e gentuzza. Vivere est necessarium! Capisco. Ma io sono io, marchese di Torrechiara.