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— Bisogna, badi, chopiner theologaliter, cioè a sorsettini.
Aquilino bevve theologaliter, e potè notare che, oltre alla collezione di vecchie armi, vecchie pipe, vecchi libri, esisteva anche un archivio segreto di vecchie bottiglie, da cui il marchese estraeva la verità teologale.
— Perchè — disse sdraiandosi di nuovo, — le cose stanno così: il nostro secolo è sotto la speciale costellazione del dio Mammone! Io, marchese Ippolito di Torrechiara, posso dolèrmene; ma non posso distruggere T influsso del dio Mammone. Perchè.... — e si voleva alzare ancora come chi cerca qualcosa.
Aquilino si offerse; ed il marchese disse: — Allora togliete quel libro che sta sul leggìo.
Aquilino tolse. Era un libro legato in vecchio cuoio con molti nastri di sargia pendenti; e come il marchese lo aperse su le sue ginocchia, apparvero nella pagina gialla nitide ottave.
— Perchè io — disse puntando il dito e l’unghia sopra un’ottava — posso approvare quello che dice il paladino Orlando in difesa del nobile mestiere delle armi: