Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 2 — |
— Angurie dai semi mondi — vociava l’omaccione: — si mangia e si beve.
Aquilino stette un po’ considerando se era cosa più saggia comperare con quel denaro una misura di brustolini, o forse anche entrare arditamente nel caffè dei signori e comperare un’offella: cose nutrienti e solide. Ma vinse l’anguria, benchè acquosa.
Che bontà, ma come sottile quella fetta! E stava intagliando sulla scorza gli ultimi vestigi del rosso, quando il venditore gli si appressò, e gli portò una nuova fetta, grande quasi un quarto di anguria.
— Ma questo cos’è?
— C’è quel signore che gliela paga.
Il giovinetto si accorse allora che, un poco discosto da lui, sedeva un signore che mangiava anche lui l’anguria.
Sorrideva, e faceva cenno di «no»!
Era proprio un signore! con una bella barba e due occhi dolci e luminosi: ma una faccia forestiera; di quei foresti che vengono pei bagni di mare: anche perchè un signore della sua città mai si sarebbe seduto sotto una frasca a mangiare angurie.
— Mangi senza scrùpolo la sua cocòmera — disse la voce di quel signore —, io non