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— Eh! — fece il senatore — cioè «eh! chi è l’audace che chiama fandonie le mie parole?» Ed il senatore fu costretto a girare di nuovo per quarantacinque gradi, intorno al suo cardine, sino ad incontrare il volto di Aquilino.
— Ma sì, signor senatore! Ella sa benissimo che duemila e più anni fa, il sapiente Protàgora affermò quello che lei afferma, cioè che l’uomo è la misura di tutte le cose, cioè che l’uomo è il criterio unico della falsità o della verità di tutte le cose; cioè è Dio! Un Dio che trasporta anche la energia alpina alle rotaie; ma lui, come lui, non si porta bene in gambe.
Il nome del filosofo greco Protàgora non era evidentemente stato introdotto nel salotto di donna Barberina.
Un po’ di sconcerto, un po’ di malessere.
— Ma lei con le sue paure e gli enigmi^ — disse il senatore — non capisce che mi manda la civiltà indietro?
— Mie? Di tanti! Per esempio anche di Leonardo da Vinci. Leonardo da Vinci quando penetrò nella caverna dei misteri della natura, dichiara che fu preso da due sentimenti: desiderio l’uno e l’altro, per l’appunto, paura.