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per la Patria, ma più specialmente tu a me appari morto per non so quale alta predestinazione.
Ora, quest’agosto, a Bellària, aprivo la finestra prima che si levasse il sole.
La finestra dà sul mare verso l’oriente: tutto il ricamo delle stelle ardeva ancora; poi quella luce azzurrina schiariva; poi la palpèbra del sole si apriva. Un’ebbrezza sino alle lagrime: e su le acque, senza più vele, mi pareva di vedere la nave dei liberati dalla servitù dell’Egitto. Un mio piccolo fanciullo, che già tempo sollazzava su questa spiaggia, era con te, o Renato; la cara madre mia era con te in quella nave. E non sentivo tristezza per i morti, nè inerzia. Avevo V impressione di essere come il fringuello cieco, che pur disperatamente canta.
In quei mattini d’estate fu proseguito questo romanzo senza pensiero di letteratura e mi pareva di fartene lettura di qualche passo, come era intervenuto altre volte quando tu eri in vita. Così durava l’incanto finchè il sole mi investiva tutto sul capezzale, e la voce degli uomini allora si destava: e spesso si inquadrava nella finestra a terreno la pescivèndola bellariese. Una bella ragazza