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— Pardon, — dissi.
— Vuol vedere? Perchè lei è curioso, vero?
Aprì ella stessa il libro, e io lessi: Paul Verlaine: Confessions.
— Conosce?
— Mi dispiace....
— Poesie religiose, o quasi.
*
Ho accompagnato anch’io la contessina alla porta. Un coupé nero era lì fermo: dentro al coupé, una figura argentea imponente: la contessa madre. Ma la nuova presentazione non potè essere fatta che in modo sommario perchè quella signora è sorda. La contessina salì, lo sportello fu chiuso: noi ci inchinammo.
— Ah, Maioli — disse d’un tratto la contessina sporgendo la testa mentre la carrozza girava, — lei potrebbe combinare col signore una gita per visitare i monumenti artistici.
— Quale onore! — esclamai.
Un vecchio cavallo nero, coperto di vecchi finimenti, stemmati d’argento, levò un piccolo trotto, e il coupé si avviò.
— Povero Grifone! — esclamò Maioli.
— Chi è Grifone?
— Il cavallo della contessa madre.