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“Bisogna fare però due comitati„ dice una vocina. — “No! Un comitato solo„ dice un’altra vocina. — “Ma impossibile — esclama quella dal bigné — che io stia in un comitato dove c’è anche la mia sarta. Vi pare?„

Sento la contessina che risponde gravemente:

“Signorine, io sono desolata, ma le prego di dispensarmi. Oh, in modo assoluto.„ Ma come ella s’accorge della presenza di Maioli, “Ah, pardon!„ e in un momento si disimpegna da quelle signorine, e la vedo apparire dritta davanti al nostro tavolo. Il suo volto, prima così serio, ora che ella volta le spalle alle signorine, si scompone in una smorfia di marioleria.

— Auf! Grazie, caro Maioli — dice — di avermi liberata da tutte quelle mimose pudiche. Ora sono tutte in vibrazione per il predicatore.

— Donna Ghiselda, cara donna Ghiselda, ma che piacere! — diceva Maioli agitando per la emozione la zazzera d’argento. — Ho però inteso dire che è un predicatore molto valente.

— Ma sì: un pretino discretamente abile, che sa fare del pathos. Ha condotto per tutto questo mese di maggio le matrone e le mimose pudiche a rabbrividire sui margini del peccato. Certe storielle di Abelardo e Eloisa, di Ruth e Noemi le ha saputo presentare con garbo. Adesso le si-