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— Anche lei — dissi io — sotto un altro aspetto, è artista, come il mio amico Lionello. Ma non esageriamo! Secondo lei, una mogliettina estetica e nel tempo stesso igienica, non è attuabile?

— Non dico questo: dico che bisogna cercare bene.

— Cercare come?

— Cercare un’altra forma di bellezza che è meno appariscente, cioè la bellezza soave, vestita di purità; e specillare ben l’occhio, invece di altre cose! L’occhio è il solo punto indifeso per cui si può accedere alla fortezza del cervello. Gli occhi della donna che io dico, devono essere assolutamente limpidi, liquidi, impavidi: vi si deve poter scorgere sino in fondo quello che la donzella non vi può dire: cioè la purità morale, e non la sola purità naturale. Quegli occhi che si occultano come biscie, e poi saettano e tremano, sono da evitare. Può, anzi, deve la femminile pupilla velarsi d’un amabile velo di pianto, ma per giusta ragione. Poi il sorriso ed il riso....

— La signorina deve ridere?

— Certo. Riso sano, caro, squillante: ma per giusta ragione! Quel bocchino ristretto, con quella smorfia stereotipa, è un sintomo pericoloso. Poi cantare.

— Benissimo, dottore: io adoro la musica.