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del palcoscenico, e via dicendo. Loro carattere è la distruzione: dove passano, bruciano.

— Non c’è pericolo, dottore, che lei esageri?

— Non esagero: sono le Attila femmine con l’angelico volto; mentre gli Attila maschi hanno volto ferino. Generalmente bruciano anche se stesse. Ma se campano molto, ecco tu le vedi improvvisamente sfasciarsi, cadere l’intonaco della ingannevole bellezza. Ecco apparire, o la deforme pinguedine o la ributtante magrezza: ecco la voce roca, ecco il cinismo che spunta dove era la intellettualità. E badi ancora: generalmente sono infeconde; e noi sappiamo che soltanto la maternità dà l’intelligenza alla donna. E i poeti esaltano queste creature, flagellum Dei!

— Evitare i poeti, d’accordo — dissi io — ; ma lei ammetterà che una réclame con queste cose non si raccomanda alle signore.

— E cosa me ne importa a me della réclame e delle sue signore! — esclamò il dottor Pertusius. — Ma io vado anche più in là.

— Questo mi pare difficile.

Disse allora il dottore così:

— Tutte le donne oggi vogliono essere belle....

— È la nostra gloria, dottore! — risposi.

— Io non so, io non so.... — Meditò un poco, e disse: — Mi pare oggi che tutte le donne aspi-