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— La divina bellezza, — correggo io, come dice Lionello.

— Terribile, terribile la bellezza — ripetè. — Eppure cosa è? cosa è la bellezza? Sempre la stessa storia: una bertuccina con un musettino, con un nasino, con un orifizio boccale, con un sorrisino, con due iridi di qua e di là del naso; il tutto servito sopra un mannequin di pannicolo adiposo, con contorno di lussureggiante capigliatura. Mistero di Dio!

Veramente io non condivido questa opinione. Egli presenta le donne come articoli fabbricati a serie, mentre, invece, ogni donna ha una lavorazione speciale.

— Ma lasciamo stare — dico — i misteri di Dio, se no è come per la stella; non la finiamo più.

— Il terribile inganno della natura! — continuò il dottor Pertusius. — Eppure la natura è stata quasi benigna nella sua frode. Che cosa era la bellezza di Eva all’epoca della creazione? Una cosa quasi innocua. E così era Adamo: quasi innocuo. Infatti che cosa sarebbe la violenza di Adamo limitata alle semplici energie naturali? Un piacevole esercizio ginnastico. Invece Adamo ha poi creato la selce appuntita, l’ascia, la scure, poi la mitragliatrice, poi la chimica applicata alla guerra. La donna, — ne convengo — non ha