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Qui la signorina si interrompe: osa guardarmi con quel naso impertinente, e poi si mette a ridere. Mi pare un po’ audace.
Che cosa c’è da ridere? — Proseguiamo, signorina: Questo sono io!
Altro scoppio di risa, e poi la domanda: — Lei?
— Sì, io. Perchè? Non le sembra l’originale conforme al ritratto? Ma proseguiamo.
Riprende il tic tac della macchina, ma dopo un po’ domanda:
— Signore, per favore: ho caldo. Non avrebbe un bicchier d’acqua?
Suono. Prego di portare un bicchier d’acqua. Desdemona ricompare con un bicchier d’acqua e con una faccia, questa volta, anche più impressionante.
Ciò mi preoccupa: ma la signorina, affatto. Prende il bicchiere dal vassoio di Desdemona, e beve. Beve con grazia e dice anche lei: — Delizioso!
Questa parola mi perturba. Ah, dolce malinconia! quel giorno, presso il pozzo: delizioso tutto, l’acqua, lo champagne, la morte: tutto, fuorchè Ginetto Sconer.
— Proseguiamo, signorina.
Ma dopo un po’ interrompe ancora e dice con stupore: — Ma questo è un romanzo!