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Rimisi la lettera nella busta, e gliela restituii con bel garbo.

Ella la ripose nel non voluminoso archivio del suo seno.

— Ma mi permetta, signorina — ripresi: — dallo stile di questa lettera sembra che questo signore non conoscesse lei di persona.

Oretta rispose:

— E nemmeno io conosceva lui.

— Sarebbe indiscrezione domandare qualche schiarimento in proposito?

— L’anno scorso — disse allora Oretta — io ero ancora a scuola, quando la signora direttrice ci ha invitate a dare qualche libro di lettura per i soldati.... Io allora ho dato le Mie Prigioni di Silvio Pellico, dove c’era scritto, sul frontespizio, il mio nome....

— E probabilmente anche l’indirizzo....

— Sì, signore. E allora una mattina, ecco che viene il postino, e mi consegna questa lettera qui....

— Signorina, la prego: si calmi. E appena ricevuta questa lettera, lei ha risposto....

— L’ho fatta vedere....

— A papà?

— No, a mamà.

— E mamà ha detto?