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tanto per avere un’idea di chi sono io. Questo era il regalo di nozze.
La ho condotta nella mia stanza e ho aperto la borsetta.
— Maria santissima! Spavento!
— Guardate soltanto questa collana. Per darvene un’idea, neppure la regina ne ha una così.
Allungò il dito per toccarla.
— Voi dovete sentire il peso.
— E sono perle vere?
— Vere? Vero oriente. Mica scaramazze.
— E costano tanto?
— Come voi, come lei, come lui, come tutta questa catapecchia, con l’avvocato e sua moglie compresa. Sì, sì, pigliate pure. Già tanto io me ne andrò di qui. Quelle forbicette, quella cipria. Anche quella pompetta dell’acqua d’odore, se vi fa voglia.
E le permisi di saccheggiare la mia toletta.
*
Scesi in giardino perchè sentivo che avevo gli occhi feroci, e la mia fisonomia era in disordine. Non vedevo più niente. Ma quando ho visto i gattini di Oretta che immergevano la linguetta rossa nel latte bianco, attorno alla ciòtola, ho dato un calcio formidabile: due gattini sono saltati in volata sopra la siepe.