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— È così timida questa ragazza.

Ritorno in silenzio.

Il silenzio è rotto dall’avvocato. Dice:

— Chi fa la guerra? Contadini comandati da questi ragazzi.

— Sì, capisco — mi permetto di dire io — ma per scorticare quei signori là, ci vogliono tipi come me e come lei. Questi ragazzi si fanno ammazzare cavallerescamente, sì; ma come fringuelli.

Io ho detto così nel modo più innocente: ma non avessi mai pronunciato queste parole!

Oretta sgrana due occhi che fanno scomparire tutta la serenità ai laghi alpini. Dice come in un singhiozzo: — Ma se si porta via la fede a chi non ha che la fede, che cosa resta? Ah, è vile tutto questo, signore!

— Oretta! — esclamò mamà.

— Ma Oretta! — esclamò il papà. — Chiedo io scusa per lei, cavaliere.

— Non c’è di che — dico io, — anzi mi piace constatare che la signorina non è timida. Io non ho avuto l’onore di farmi intendere: io volevo dir questo: in guerra, il primo dovere è di ammazzare, ma non di farsi ammazzare.

— E allora, perchè lei non ci va?

— Ma Oretta! — dice ancora mamà.