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Ciò è patriottico, ma non se ne farà nulla. Parigi è Parigi.

Strano! Le mie spiegazioni non interessano.

C’era presente l’avvocato, che dice:

— Ma come? le pelliccerie per le signore che siamo oramai d’estate?

— Eppure è di gran moda — dico io. — Probabilmente le signore vogliono soffrire il caldo, come i soldati in trincea; e così d’inverno userà molto il nudo per soffrire anche loro il freddo.

L’avvocato non ride, e la signorina nemmeno.

Allora, giacchè non si apprezza il mio spirito, parliamo sul serio:

— Caro signore, sta il fatto che le grandi case di pelliccerie di Parigi non hanno mai stipulato tanti contratti come quest’anno: le nostre sarte e modiste hanno importato in robes e manteaux per ben quindici milioni!

— E la nostra lira, — dice l’avvocato, — perde trentasei centesimi sul cambio.

— Perderà anche di più, — dico io.

— E siamo alleati! — dice lui.

— Veda, avvocato, negli affari i rapporti sono automatici....

Ma il nostro colloquio è interrotto da un’esclamazione della signorina Oretta: