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XVIII.
ORETTA O GHISELDA?
Mi piace proprio la piccola signorina Oretta? Ecco una cosa che non riesco ad individuare con quella precisione che è nel mio sistema.
Io sono un uomo morale. La piccola Oretta è un frutto che sta maturando sull’albero della vita. Nel mio idillio campestre io godo nel contemplarla.
Ma quando ritorno a Milano, non mi piace più! La povera signorina Oretta, là in quella specie di basse-cour, mi produce un senso di sconforto. “Adagio, Ginetto, prima di sposarla„. Certo se colloco la signorina Oretta nel mio appartamento, io trasporto a Milano l’idillio campestre. E ciò è igienico. Come abbracciava laggiù con grazia quel bestione del suo cane! Quando abbraccerà qui, così con grazia, anche me? E quegli occhietti? Sereni come due laghetti alpini. Le nubi dei desiderî del di là non si sono ancora riflesse su quella serenità: è molto carina. Io la bacierei anche tanto volontieri. Io la vedo, quando sarà mia moglie, lì, tutta tranquilla, come un pecorino. Io arrivo a casa dal mio stabi-