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rimase offuscata, e quasi non mi riconobbe. (Il giorno prima mi ero truccato in modo indegno).

— Altre meraviglie vi aspettano, ragazza mia, — dissi. — Ma prima di tutto il vostro nome.

— Lisetta.

— Ebbene, Lisetta, noi siamo destinati a diventare intimi amici. Voi dovete essere la mia collaboratrice.

— Che dica ben su....

— Ecco di che si tratta.... — Ma la Lisetta aveva, oltre al cestello della spesa, un involto in un giornale da cui pendevano laccioli. Evidentemente, un paio di scarpe. — Le vostre, Lisetta?

— No, della signorina.

— Fate, fate vedere.

Guardo. La vista di quelle scarpe, benchè conformi alle idee del dottor Pertusius, mise una spina nel mio cuore.

— È ben fatto — domando — il piede della signorina?

— Come il mio....

— Oh, ma in proporzioni minori, vorrei credere.

Dal piede risalii con domande riservate alle regioni superiori; ma qui la Lisetta non seppe darmi che vaghe referenze. Poteva ben dirmi di altre signorine, perchè portavano camiciole di pizzo che arrivavano appena a coprire....