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il romanzo della guerra | 69 |
difensori di Platea, condannati a morte, dissero davanti agli Spartani. Lo so, l’orazione di Tucidide non è documentata con pezzi d’archivio. Ma è vera lo stesso. Parole intagliate nell’immortalità!
Ma il popolo germanico è il popolo eletto, il designato per la salute del mondo. Questo è il paradigma, il mito, la forza.
Ha detto l’Imperatore: «Dio ci ha chiamati a civilizzare il mondo: voi siete i missionari del progresso umano».
Ma l’Imperatore — dicono — è un infatuato di medioevo e di superstizioni!
Ma l’hanno detto gli storici, i pensatori tedeschi: «La nazione tedesca è una nazione eletta, una razza nobile: deve in conseguenza agire sui vicini come è diritto e dovere di ogni uomo forte e intelligente di agire sui deboli che la circondano».
«La Germania ha per missione nella storia di ringiovanire le vecchie razze d’Europa con la diffusione del sangue tedesco».
E Lasalle, e Marx, e Bebel che altro dissero? Internazionale sì bene; ma con anima e linguaggio tedesco.
Noi da quando Roma creò la parola humanitas, più non credemmo ai popoli eletti. Noi eravamo mundani, cives mundi prima che i Tedeschi imponessero la loro Internazionale.