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68 il romanzo della guerra

Guerra di esterminio! È supponibile che il grande Stato Maggiore Tedesco abbia stabilito di mandare avanti, come furiere, il terrore ottenebrante. I tecnici dicono che la guerra si deve fare così, proprio così. Però bisogna anche possedere la certezza di vincere, giacchè come potrà salvarsi dalle vendette chi fa la guerra così?

Mi viene in mente la guerra disperata di esterminio condotta dall’intellettuale Silla in Grecia. Nulla fu risparmiato della divina Grecia! Urgeva Mitridate da tutto l’Oriente, come ora urge la Russia. Ma Mitridate aveva prima, a dì prefisso, fatto scannare cento mila italici. Voi chi avete ucciso, cittadini del Brabante? Avete difeso i focolari e gli altari.

Se non vi difendevate eravate vili: vi difendete, siete micidiali e ribelli.

Ma Lucullo pianse quando, impotente contro la furia dei suoi legionari, vide, sotto i suoi occhi, lo strazio dell’ellenica Amiso!

Chi di voi piange, o Teutonici? I vostri intellettuali hanno soltanto parole di freddo, oltracotante sarcasmo. Ah, ben trionfa la pura ragione!

Secondo pura ragione, quanti milioni poteva incassare il re del Belgio per concedere il passaggio agli eserciti germanici? Molti. Preferì vedere disfatto il suo regno. Ben potrà Alberto, l’eroico giovine re latino, ripetere le parole dell’orazione suprema che i