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52 il romanzo della guerra

Serra ascolta senza dir nulla. Credevo che rispondesse con un lungo discorso. Intravvedo un lieve moto delle spalle. Dice soltanto: — Sì, Missiroli, un bravo ragazzo! pieno d’ingegno! Ma se ne dicono tante oggi!

— E adesso?

Risponde: — Io non ho perso ancora la speranza di fare alle fucilate....

La sua voce è piana, ma mi pare, là nell’ombra della poltrona, che il suo nobile corpo abbia un fremito.

— Ma è una pazzia, Serra!

— Ma no, una pazzia! — risponde con calma.

Siamo usciti. Ho accompagnato Serra a piedi per il sentiero delle alte marruche finchè giungemmo alla strada maestra. La luna nuova continuava, col suo biancore, il dolce crepuscolo.

Riandiamo le fasi della battaglia tanto per dire qualcosa, per spiegare ciò che è inesplicabile. I Belgi si sono chiusi in Anversa, e avran detto: Noi abbiamo fatto anche troppo! Seppure non hanno accolto segrete proposte. I Russi, probabilmente, fanno la guerra per onore di firma. E poi, Russia ed Inghilterra che hanno a temere? Danno il colpo. Se il colpo va male, si ritirano in casa. Chi li va a pigliare? Sull’incudine, rimane la Francia. E, dopo la Francia,... noi!

— Ma può scomparire la nostra civiltà latina? — domando.