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il romanzo della guerra | 51 |
lui e lo confessò con candidezza, diafana come le sue mani.
Passammo ad altro. È vero, come scrive Ivanoe Bonomi, che la Triplice è già un’alleanza cadaverica e che l’Italia non deve fare i sei mesi di lutto prima di passare a nuove nozze?
Per Missiroli la triplice alleanza sussiste ancora, ed adduce l’autorità di Bismark; ma forse un cadavere c’è...
Si parla dell’onorevole Bissolati, che fino a ieri era contro le «spese improduttive», ed ora fa gli esercizi militari a Roma. Ma il popolo può avere l’alta coscienza, la lealtà dell’on. Bissolati? Il popolo viene sotto le armi dalle officine, dai campi. Sente dagli ufficiali: «Italia, onore, dovere, disciplina, bandiera!» Sono le parole contro le quali essi hanno imparato di stare in guardia!
Andiamo a cena insieme.
Leggiamo una lettera di un famoso nazionalista. È fuori della grazia di Dio! Ieri voleva far la guerra alla Francia, oggi — almeno — all’Austria. Un po’ troppo!
***
Sono tornato a Bellaria, convinto che tutto è finito. Riposa un po’. È vespero. Sento di là la voce di Serra. Ci salutiamo; entra nella stanza; si siede nella poltrona. Gli espongo — così, un po’ convulso — i ragionamenti di Missiroli.