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il romanzo della guerra 37

ordine di cose. Poi si riprende ancora il solito ritmo fino ad accumulare, dopo un certo numero di anni, gli elementi esasperati per un nuovo cataclisma. Press’a poco quello che avviene dei temporali. La nostra generazione pacifica è stata sorpresa dal temporale.

— Io ho anche un’altra sensazione, Serra.

— Quale?

— Mille diavoli che ghignano davanti al grottesco enorme di questa nostra umanità che si massacra e scrive da per tutto: Per rispetto all’igiene è vietato sputare per terra. M’hanno detto che in Germania, anche nei boschi, si trovano i cestini per raccogliere le carte sporche.

Serra alzò le spalle. — Sciocchezze!

— Sciocchezze i cestini? il mio ragionamento? la civiltà? l’igiene? Domandai. — Allora che resta da fare, nella vita, caro Serra?

— Vagliare delle pietre, come ha fatto lei, ieri....

— O recitare una sestina del Petrarca — dico io.

È sopraggiunta la Titì dal mare, con le chiome ondanti e bionde giù per l’accappatoio. Ride. Anche se ci sarà Serra a colazione, ella vuole a tavola la contadinella, sua piccola compagna di giuochi.

— Beato lei, Serra, che non ha figli! — mi avvenne di dire.

Accenna tristamente col capo di sì.