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18 | il romanzo della guerra |
con più squisita cortesia. Domani si piglieranno a fucilate.
Che brutta ora segna il cucù dell’orologio della Selva Nera!
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Miei cari giovani tedeschi, permettete che vi dica una parola, non con brutalità teutonica, ma con sincerità italica: nessuno più di me ha ammirato le vostre invidiabili qualità; e spesso ho pensato che una nazione la quale lancia tali figli per il mondo, ha diritto di conquistarsi un bel posto sotto il sole! Quante volte vi ho proposto alla sentimentalità, volubile e tumultuosa, dei miei scolari italiani! E ne ebbi male parole! Voi non volete ubbidire — dicevo —, e so anche che è molto difficile farvi ubbidire, anche perchè voi volete sapere il perchè. I tedeschi ubbidiscono anche senza perchè. Miei cari giovani tedeschi, i miei cari giovani italiani non vogliono ubbidire. Ebbene, cari giovani tedeschi, voi dominerete i mari, le banche, i mercati più di noi. Pazienza! Ma mai, mai, avrei pensato, o giovani tedeschi, di veder voi, così corretti, così puliti, oggi così in via di imbrattarvi di sangue! Credete, non vi laverete così presto. E allora che vale, per la salute vera del mondo, che voi siate dominatori dei mercati, delle banche, delle terre, dei mari?