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il romanzo della guerra | 113 |
ni operano per inconsapevolezza oggi come ai tempi di Omero.
I futuristi, a questi annunzi di distruzione, dovrebbero essere coi Germani, non con la Francia.
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I socialisti ufficiali e il loro gruppo parlamentare, cioè gli uomini parlamentari, hanno «lanciato» un manifesto ai compagni socialisti ed ai lavoratori italiani.
Dice: Nessuna concessione alla guerra ma opposizione recisa, implacabile.
Questo importante documento storico può essere determinato da rispettabili ragioni: può essere un contrappeso contro quelli che vogliono la guerra: chissà? può collimare con le intenzioni del Governo. In verità, io non oso dir nulla. Ma è doloroso, però, che in questa ora tragica si insista nella lotta di classe, che si esorti il popolo a gridare «alto e forte che non intende rinunziare alla sua autonomia di classe per confondersi con la borghesia nella quale sono preminenti i partiti che odiano, i partiti che plaudirono ai massacratori di ieri e plaudiranno a quelli di domani».
E le tremende incognite che minacciano il domani d’Italia, sono semplici pretesti?
Io non so, io non oso dir nulla.
Ma come può, chi non è proletario o lavoratore, prestare fede a questa conclusione del manifesto: