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— Per me faccia lei — disse l’onesto bolcevico con indifferenza. — Ma lei, signore, non ha visto la cosa ancor più bella.

— Più bella di questa Madonna?

— Certo: Cristo. Qui sono i piedi, lassù, in alto in alto, è la testa.

Beatus salì ancora. E salendo, l’immensa sala da ballo del Settecento pareva sprofondare, e tutte le statue di gesso parevano inabissarsi.

— Ecco —, disse l’onesto bolcevico.

Beatus si trovò, come Dante nel Paradiso, davanti alla faccia di Cristo, e gli venne un po’ da ridere.

Però era una strana enorme imagine.

Non aveva corona di spine in testa; non aveva l’aria spaurita dal martirio. Era una giovinezza forte e severa.

La chiara imagine della Madonna, che da sola era parsa terribile, riguardandola laggiù e raffrontandola con quella di Cristo, pareva, ora, dolcissima.

Certamente quella testa di Cristo era l’umanità, ma fuori da questa nostra umanità.

Beatus volle toccare, ma ne ritrasse la mano. «Io sono il tuo giudice!» Allora Beatus si