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Riprese la sua valigia; e andando alla stazione, ammirò le pizze, che conservavano il bianco della farina con tutto che fossero maneggiate dalle mani del pizzaiuolo.
Ammirò il lustrascarpe che gli lucidò le scarpe in perfetto modo, forse perchè in questa operazione è doveroso sporcarsi.
Arrivò il giorno dopo a Firenze. Erano i più tremendi giorni della guerra, ma i giornalai strillavano: L’omiscidio della Contessa.
Dal barbiere, all’albergo, al caffè, le buone famiglie, sedute ai tavoli, non parlavano che dell’Omiscidio della Contessa.
In via de’ Calzaioli, due giovinetti parlavano dell’Omiscidio della Contessa, e come ella giaceva nuda, pugnalata, sul letto.
Ma poi si fermarono davanti una vetrina dove le mani di una commessa di libreria mettevano in bella mostra, delicatamente, alcuni libri con le copertine disegnate a squisite oscenità.
— A me — disse uno dei due giovinetti indicando una rivista francese, dove una