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Beatus ebbe un brivido. C’era come una buca nel cranio.

— M’hanno levato — disse il giovane — un po’ di cervello; ma per quello che deve servire, ce n’è sempre abbastanza. Piuttosto, sono rimaste alcune schegge che mi hanno paralizzato.

Allora Beatus si accorse che il giovane era appoggiato ad un bastoncello.

Beatus, non avvertito dal campanello, proferì la parola: «eroe».

Ma il giovane lo interruppe con un brutto gesto e disse:

— Oggi! Domani forse mi daranno una spinta, se pure non diranno: «ecco uno di quelli che hanno voluto la guerra!». Buone gambe bisogna avere per salire in treno, buone gambe per far ballare le signorine, buone braccia per farsi largo, caro professore.

La latrina si aprì: la damina ne usciva scotendo le vestine, come la gallinella dopo la pioggia. Il nubifragio andava passando. Le nubi si staccavano come lembi d’una ferita: